Nube dal Giappone, nessuno rischio per persone e cibo
Se con la nube di Chernobyl nel lontano 1987 erano arrivate tutta una serie di raccomandazioni precauzionali per poter continuare a vivere e a mangiare in modo sicuro, e che avevano contribuito a rassicurare l’opinione pubblica, oggi, con il paventato arrivo di tracce di radiazioni dal Giappone, non vi è alcun rischio. E quindi non vi è nemmeno bisogno di applicare le raccomandazioni che la Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha peraltro stilato limitatamente al Giappone. Da un punto di vista dei tecnici deputati ai rilievi (Arpa), addirittura, siamo in presenza di un “non evento”, nel senso che gli strumenti per quanto sensibili di rilevazione sulla radioattività, non consentono di rilevare alcunché in termini di iodio e di cesio. Fatta 0,4 la soglia di becquerel (l’unità di misura che grosso modo indica la radioattività) che consente agli strumenti di attivarsi, tale soglia non è stata raggiunta. Da un punto di vista tecnico e quindi anche di impatto sulla salute, la radioattività non esiste. Ricordiamo che durante Chernobyl, erano stati raggiunti 40 Becquerel come soglia rilevate, giusto per fare un confronto. Tale assenza di rischio riguarda sia i produttori e allevatori, sia le derrate alimentari/produzioni. E quindi, anche i cittadini. Le due cause di rischio radioattivo, ovvero la contaminazione diretta ambientale (ad esempio per una eventuale ricaduta delle particelle) e l’ingestione di materiale radioattivo (ad esempio, per cibi eventualmente contaminati) sono assenti e non vi sono motivi per modificare in alcun modo i comportamenti abituali. |