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Peste bovina, un problema in via di estinzione

La peste bovina, piaga mondiale per animali e allevatori, ha i mesi contati. È quanto dichiarato dai partner del Programma mondiale di eradicazione della peste bovina (Global Rinderpest Eradication Programme – Grep), coordinato dalla Fao, cui partecipano autorità sulla salute animale di tutto il mondo e organizzazioni come l’Oie (Organizzazione mondiale per la salute animale).

Si tratta di una grande vittoria su una malattia che non colpisce direttamente l’uomo, ma è letale per i bovini e gli altri ungulati. Importata nel nostro Continente dalle tribù di invasori indoeuropei, la peste bovina già devastava gli allevamenti dell’antica Roma alla fine del III secolo d.C. e ha continuato a mietere vittime fino ai giorni nostri  in tutto il mondo, colpendo più duramente l’Africa e l’Asia negli ultimi due secoli.

È la prima patologia animale ad essere completamente debellata dall’uomo, e la seconda in assoluto dopo il vaiolo. Un vaccino efficace esisteva già dal 1960, ma è stato solo con un più tardo processo di coordinazione internazionale delle autorità scientifiche (culminata nel 1994 con il lancio del Programma), che si è potuta iniziare un’azione concertata ed efficace per studiarne l’epidemiologia e decidere come fronteggiarla, portando ad una sua graduale recessione e alla sua completa eliminazione in circa 170 paesi dal 1994 ad oggi.

All’inizio del 2000 il virus era già confinato in Africa, in alcune parti dell’ecosistema somalo mentre l’ultimo focolaio risale ormai al 2001 in Kenya. Entro il prossimo anno saranno completate le attività di controllo per una certificazione globale di eradicazione della malattia. Un traguardo raggiunto attraverso un meccanismo mondiale di azione coordinata e concertata, ma anche grazie agli investimenti dei numerosi partner, primo fra tutti la Commissione Europea. E un grande sollievo anche per gli allevatori, la cui sussistenza economica è stata così preservata.

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