il Punto Coldiretti

Politiche di qualità, la Commissione chiede una svolta

In una bozza informalmente circolata relativa alla legislazione sulla qualità alimentare e sui marchi regionali, la Commissione Europea punterebbe a rendere tutti i marchi meno confusi e più comprensibili per i consumatori. Queste le richieste che dovrebbero sfociare in una vera e propria riforma legislativa. Così, se le Indicazioni Geografiche rimarranno, le Specialità Tradizionali Garantite (STG) dovrebbero essere abolite.

La Comunicazione della Commissione segue la pubblicazione nello scorso ottobre del Libro Verde, in cui è stato chiesto agli agricoltori e alle altre parti interessate circa il loro punto di vista sulla questione e su molti punti delle politiche di qualità. Marianne Fischer Boel ha presentato recentemente una sintesi delle 560 risposte al Libro Verde alla conferenza tenuta a Praga lo scorso marzo. Nella Comunicazione, viene dato rilievo alla coincidenza che vi sarebbe tra produzioni agricole europee e qualità, con una reputazione nota ai consumatori di tutto il mondo.

Aspetti ambientali, di benessere animale e il rispetto di rigide regole agronomiche rappresentano un plus per l’Unione Europea, che in ogni caso si trova oggi ad affrontare una dura competizione globale basata soprattutto sul fattore prezzo. In questo modo, per rimanere vitali e attrattivi sul mercato sarebbe necessario riallineare le politiche informative sulla qualità verso i consumatori, semplificando la comunicazione dei marchi e portando i consumatori stessi, tramite una maggiore comprensione e apprezzamento, a una maggiore disponibilità a pagare i prodotti alimentari.

Le Specialità Tradizionali Garantite dovrebbero allora essere sacrificate in nome della chiarezza, permettendo comunque l’indicazione di marketing di “prodotti Tradizionali”. Inoltre, il famoso e ipotetico logo “Metodo produttivo EU”, che indicherebbe proprio il rispetto delle più stringenti norme agro ambientali della Unione, avrebbe causato un generale malcontento tra i produttori agricoli, trasformazione e distribuzione, oltre che consumatori.

Un altro punto delicato riguarda il logo e le politiche produttive e commerciali sul Biologico. La Commissione dovrebbe presentare un Rapporto al Consiglio e al Parlamento nel 2011; un quadro di insieme sulle etichette ecologiche (emissioni di CO2, consumo di combustibili fossili, eccetera) è ad un primissimo stadio di ricognizione.

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