il Punto Coldiretti

Qualità, arriva il Libro Verde per orientare le imprese agricole

In occasione del Comitato Consultivo “Qualità della produzione Agricola” a Bruxelles, la Commissione Europea ha preannunciato agli stakeholders – tra cui Coldiretti – la pubblicazione entro il prossimo autunno del primo “Libro Verde” sulla qualità. Quest’iniziativa è l’ultima di una serie che dimostra quanto l’impegno dell’Unione stia crescendo su questa materia. In questa direzione, ci sono già stati degli step che è utile ricordare:

         la riforma della Pac del 2003, che ha creato un contesto più libero ed orientato al mercato (con disaccoppiamento degli aiuti) e ha dato un sostegno crescente  agli sforzi del settore agricolo per competere sulla qualità anche attraverso lo sviluppo rurale;

         il Progetto sui sistemi di garanzia e certificazione della qualità dei prodotti agroalimentari, affidato dalla Commissione al Joint Research Centre (http://foodqualityschemes.jrc.es/it/index.html );

         la Conferenza internazionale "Certificazione della qualità alimentare, come aggiungere valore al prodotto agricolo", organizzata dalla Commissione nel 2007 (http://ec.europa.eu/agriculture/events/qualityconference/index_en.htm ).

Con il Libro Verde adesso la Commissione intende esplorare le idee e le opzioni possibili per aiutare i produttori ad orientare il loro prodotti verso la qualità e il consumatore. Per questo, il documento prevederà una serie di quesiti sui quali gli Stati membri e gli stakeholders potranno far conoscere le proprie opinioni, entro 8 settimane a partire dalla sua presentazione (prevista ad ottobre 2008).

Al momento, non sono stati resi noti i quesiti oggetto della consultazione; comunque, tra i vari aspetti che saranno indagati, ci dovrebbero essere:

         l’eventuale modifica del sistema delle denominazioni d’origine protetta (uso di prodotti Dop/Igp come ingredienti nei trasformati, confezionamento nella zona d’origine, proliferazione di marchi locali, eccetera) e norme sull’origine (nazionale/ europea);

         l’adeguatezza dei sistemi di qualità esistenti e la possibilità di prevedere un livello intermedio tra prodotti certificati e prodotti convenzionali;

         gli strumenti per incentivare la qualità (come promozione o aiuti di stato);

         la possibilità di rilanciare l’art. 69 del Reg. Ce 1782/2003, circa l’attuazione facoltativa per tipi specifici di agricoltura e per la produzione di qualità.

Dopo la consultazione, la Commissione valuterà le opinioni pervenute e assumerà le relative azioni nel corso del 2009; fino a quel momento non dovrebbero essere intraprese altre iniziative legislative separate in materia di qualità. Questo è un aspetto preoccupante, perché significa che resteranno aperte a tempo indeterminato varie  questioni urgenti, come ad esempio quella dell’uso di prodotti Dop/Igp come ingredienti, quella dei loghi comunitari e gli altri problemi relativi all’etichettatura.

Infatti, dopo la recentissima modifica del Reg. Ce 510/2006 che ha introdotto il sale e il cotone tra i prodotti che possono richiedere la Dop/Igp (Reg. Ce 417/2008), l’unica  iniziativa che la Commissione intenderebbe portare avanti in questa materia sarebbe la modifica del colore del logo comunitario per le Dop – dal blu e giallo al rosso e giallo (una scelta cromaticamente poco felice) – per renderle distinguibili dalle Igp.

Ben altri, invece, sono i problemi più urgenti da affrontare, come dimostra l’amara sentenza sul “caso Parmesan” che, non prevedendo la tutela giuridica d’ufficio, ha di fatto indebolito le aziende che ogni giorno si sforzano di produrre eccellenze del territorio. Tutto questo mentre i concorrenti mondiali, già più competitivi sul mercato globale, approfittano delle opportunità offerte dalle stesse regole comunitarie.

Infatti, dopo che è stata prevista la possibilità, a partire dal 3 aprile 2006, di presentare domande di registrazione Dop/Igp/Stg anche per i produttori dei paesi terzi, sono al vaglio della Commissione tredici domande, di cui dieci dalla Cina per vari prodotti (tra i quali alcuni cosiddetti “mediterranei”, come pasta e ortofrutta), due dall’India e una dalla Svizzera, e una già ha il riconoscimento (Caffè di Colombia Igp).

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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