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Residui veterinari in Europa, Italia leader per sicurezza e controlli

L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato i dati riferiti all’ultimo anno disponibile (2014) relativi alla presenza di residui di sostanze a scopo veterinario negli animali destinati all’alimentazione umana, sia come carne che come sottoprodotti. Gli alimenti analizzati includono: bovini, suini, ovini e caprini, equini, pollame, conigli, selvaggina d’allevamento, selvaggina, acquacoltura, latte, uova e miele. La maggioranza degli Stati membri ha fornito dati superiori ai requisiti minimi. 

Il piano ha visto la raccolta di 736.907 campioni segnalati alla Commissione europea da parte 28 Stati membri dell’UE, di cui 425.232 campioni mirati e 14.097 campioni sospetti segnalati ai sensi della direttiva 96/23 / CE. Ricordiamo che in Europa almeno il 4% dei bovini ed il 5% dei suini macellati devono essere soggetti a campionamento per controllo ufficiale sui residui. 
Analizzando i dati per nazionale,  l’Italia è il paese più avanti nei controlli rispetto ai principali paesi produttori concorrenti, con 19.162 campioni bovini (pari allo 0,70% dei capi), contro i 18.080 della Francia (pari allo 0,40% dei capi), i 14.471 della Germania (pari allo 0,41% dei capi) o agli 10.023 della Spagna (pari allo 0,43% dei capi); o ancora, agli 11.894 del Regno Unito (pari allo 0,45% dei capi). Ma vediamo la situazione per specie.

Per quanto riguarda i bovini, antitiroidei sono stati rivenuti nel 15% dei campioni della Lettonia, nel 5,7% dei campioni dall’Olanda, nel 5% dei campioni irlandesi e nel 4,4% dei campioni dall’Ungheria, ma anche nel 2,1% dei campioni inglesi. Steroidi sono stati trovati in capi ungheresi con diversi livelli di non conformità a seconda della sostanza (dal 2,9% al 9,7%), ma anche austriaci (1,4% su due diverse sostanze farmacologiche) e della Repubblica Ceca (6,3%), mentre in Olanda è stato rinvenuto testosterone (0,8% dei campioni). Antibiotici sono stati rivenuti nel 16,7% dei campioni spagnoli (Penicillina G), nel 5,3% dei campioni inglesi (Florfenicolo) ed in percentuali prossime allo 0 in altri Stati.

Farmarci veterinari sono stati scoperti nel 3,3% dei campioni austriaci (metilammino antipirina), addirittura nel 12,5% dei campioni danesi (diprone, un anti-infiammatorio-antipiretico), e prednisolone (antiinfiammatorio steroideo) nel 33% dei campioni lituani. Sostanze proibite (clenbuterolo) sono state rinvenute nel 5,6% dei campioni portoghesi e nell’1,5 dei campioni olandesi. Sostanze indesiderabili e contaminanti come i metalli pesanti sono state trovate in campioni cechi (4,3% con cadmio, 44,1% con rame, 6,4% mercurio), ungheresi (31,6% cadmio), lettoni (11,1% con cadmio), ma anche tedeschi (61,1% con rame e 3,9% mercurio).

L’Italia ha presentato alcune non conformità minori (prossime allo 0%) su zearalenolo (micotossina ad attività estrogenica), mentre sulle micotossine le contaminazioni maggiori sono di Ungheria (con 3 sostanze rilevate, dal 16,2% al 51,5%), Romania (100% su alpha-zearalenolo).

Anche per i suini l’Italia è il paese più avanti nei controlli rispetto ai principali paesi produttori concorrenti, con 7720 controlli su 10.809.701 capi  (pari allo 0,07%), contro  i 10.099 controlli danesi su 19.054.850 capi (pari allo 0,05%), contro i 11.716 controlli francesi su 23.746.074 capi (pari allo 0,05%), o contro i 30.066 controlli su ben 58.653.454 capi  della Germania (pari ancora allo 0,05%). Anche Olanda (8404 controlli su 14.310.000 capi, pari allo 0,06%) e Spagna (19980 controlli su 40.179.161 capi, pari allo 0,05%) fanno peggio dell’Italia.  Antitiroidei sono stati rinvenuti nel 18,8% dei campioni della Lettonia, addirittura nel 100% dei campioni della Polonia mentre l’Ungheria ha manifestato un numero di campioni (dal 5% all’8,3% a seconda della tipologia) con zearalenone.

Sostanze proibite come il cloramfenicolo sono presenti in Rep. Ceca (3,1% dei campioni), mentre la Bulgaria fa segnare livelli di contaminazione su altre sostanze dello stesso gruppo (2,5%). Residui di antibiotici sono presenti in numerosi paesi europei anche se livelli di non conformità critici si rilevano in Repubblica ceca per la di-idrostreptomicina (19,4% di campioni positivi), Romania per la doxyciclina (100% di campioni positivi). Metalli pesanti sono stati rinvenuti in campioni cechi (2,7%, rame, 5,1% mercurio), tedeschi (10,8%, rame, 5,5% mercurio). Micotossine sono state trovate nel 10,9% di suini in Grecia (Ocratossina A), Finlandia (5,3% per zearalenolo alpha, Ungheria (48,3% per zearalenolo beta e 66,7% per zearalenone).

Il dato di tendenza è confermato anche per gli ovicaprini, con situazione di maggiore favore relativa dell’Italia. I controlli sui residui alle importazioni sono di limitata utilità in quanto forniti direttamente dai paesi esportatori e non riflettono quindi il sistema di raccolta dati Ue.

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