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Revisione della legislazione europea: a rischio la tracciabilità?

Nel prossimo futuro, la situazione legislativa europea riguardante interi pezzi della legislazione alimentare subirà verosimilmente cambiamenti. Nell’ambito della strategia di semplificazione proposta dalla Commissione Europea, si pensa che potrà essere messa in dubbio la stessa filosofia della tracciabilità. In particolare, il nuovo High Level Group in Reducing Burdens in the European Union – guidato dal vice-presidente della Commissione Gunter Verheugen – si accinge a riconsiderare 7 tasselli centrali della legislazione europea, tra cui quelli che riguardano l’identificazione del bestiame, identificazione degli ovini, etichettatura e pubblicità degli alimenti, protezione degli animali durante il trasporto, regole sulla tracciabilità degli Ogm. Norme che sono state centrali nel prevenire il ripetersi di episodi come quello della Bse.

La Beuc, che rappresenta i consumatori europei, si è detta sorpresa dal fatto che l’etichettatura ordinaria possa essere viste come un “onere amministrativo”, sostenendo che alcune parti della legislazione alimentare sono giustamente dettagliate. In particolare, seppure si è ancora ad uno stadio iniziale, bisognerà capire cosa si intende fare in merito agli Ogm, da sempre un tema assai controverso, sul quale i consumatori europei hanno dimostrato di preferire un approccio consapevole ed informato. Ciononostante, i consulenti incaricati di valutare il Regolamento 1830/2003 sull’etichettatura degli Ogm hanno considerato le informazioni che il produttore alimentare deve fornire obbligatoriamente come un onere eccessivo.

Altro punto problematico riguarda la proposta di regolamento (COM(2008) 124 definitivo) avanzata sui mangimi animali che – consentendo di fatto la possibilità di non indicare la percentuale di materie prime agli acquirenti – appare come un veicolo di scarsa trasparenza commerciale, favorendo il potenziale emergere di crisi alimentari originate dagli stessi mangimi. Proprio quelle crisi che avevano portato all’obbligo di indicare la percentuale in peso di tutte le materie prime per mangimi incorporati negli alimenti composti per animali. 

Ancora una volta sembra che a prevalere siano gli interessi commerciali di alcuni operatori della filiera. E’ sicuramente un aspetto sul quale riflettere, che può rappresentare un grave vulnus alle fondamenta della sicurezza alimentare in Europa.

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