Rischi per il settore avicolo dalla nuova influenza aviaria in Europa
Una nuova forma di influenza aviaria può rappresentare una minaccia per il settore avicolo europeo, specialmente nei paesi situati lungo le rotte migratorie degli uccelli sul Mar Nero e l’Atlantico Orientale, anche se non è trasmissibile all’uomo. A lanciare l’allarme sono Fao e Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (Oie) dopo che Germania, Paesi Bassi e Regno Unito hanno confermato il rinvenimento del virus denominato H5N8 in esemplari di volatili selvatici. In base ad una comunicazione del Ministero della Salute italiano, dai più recenti controlli effettuati in Olanda nell’ambito del piano di sorveglianza è stata evidenziata un’ulteriore diffusione del contagio da virus H5N8 ad alta patogenicità con conferma del secondo focolaio di malattia e il serio sospetto per un terzo. In altre zone del mondo (Repubblica Popolare Cinese, il Giappone e la Repubblica di Corea) si registrano focolai anche in pollame. Il virus non ha infettato persone ma è altamente patogeno per il pollame d’allevamento domestico, con elevata mortalità tra i polli e i tacchini. I rischi maggiori sembrano venire da paesi con scarse risorse di bio-sicurezza nella gestione di avicoli, con il conseguente pericolo di una rapida diffusione del virus in caso di infezione. Fao e Oie chiedono dunque ai paesi a rischio di aumentare il monitoraggio preventivo; rafforzare la capacità di risposta dei servizi veterinari; rafforzare le misure di bio-sicurezza, riducendo i contatti tra pollame e uccelli selvatici. Occorre inoltre aumentare la consapevolezza, da parte dei cacciatori, di limitare i contatti con uccelli trovati morti o comunque, di gestire adeguatamente casi sospetti. |
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