il Punto Coldiretti

Scontro Efsa-ambientalisti sulla metodologia di valutazione degli Ogm

È ancora polemica tra Greenpeace e l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare. Per gli ambientalisti, il gruppo di lavoro sugli Ogm andrebbe addirittura chiuso a causa sia della dipendenza dal materiale scientifico messo a disposizione esclusivamente dall’industria, sia da una metodologia scientifica di valutazione del rischio giudicata incompleta.

Da parte sua, Greenpeace ha supportato gli studi condotti dal Ministero della Salute e dell’Agricoltura austriaco, in base ai quali nei ratti nutriti con mais Ogm si sarebbero verificati problemi riproduttivi fino alla terza e quarta generazione. In particolare, nei ratti si sarebbe riscontrata una diminuzione della fertilità. 

Ma l’Efsa ha difeso la sua metodologia scientifica e, con questa, l’approvazione recentemente riconfermata, su 2 nuove varietà GM di mais, la Bt11 (Syngenta) e la 1507 (Pioneer). Sulle 2 varietà Gm, ricordiamo che la Commissione Europea aveva chiesto una rivalutazione nel luglio 2008. In particolare, la Commissione chiedeva di considerare gli effetti non intenzionali sull’ambiente acquatico e su organismi come la farfalla monarca, lepidotteri infestanti, le api da miele e il suolo in genere.

L’Efsa avrebbe ribadito che è sicuro piantare in Europa le 2 varietà di mais, e che dagli 11 studi non emergono dati sostanzialmente nuovi. Ma i risultati messi a disposizione dall’Ue, tra cui 11 pubblicazioni scientifiche e altri documenti, permetterebbero di cambiare l’Opinione precedentemente espressa nel 2005. All’Agenzia sarebbe comunque necessario un certo lasso di tempo (c’è che arriva ad ipotizzare fino a due anni) per poter ristabilire la fiducia nell’Opinione precedentemente espressa, a causa del ritardo fisiologico con cui si manifesterebbero gli effetti ambientali e sugli organismi non target.

Nello stesso tempo, l’Efsa ha fortemente criticato la decisione della Francia di sospendere la coltivazione del mais Mon810, definendola “ingiustificata scientificamente”.  Anche nel caso dei francesi, le preoccupazioni maggiori sembrano venire dagli effetti accidentali degli Ogm su organismi non target dell’ecosistema rurale (come vermi  e isopodi).

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