il Punto Coldiretti

Semplificazione politiche qualità, l’Ue tuteli le indicazioni di origine

Continuano a Bruxelles le discussioni sulla semplificazione delle politiche della qualità, un obiettivo che si è posto con decisione l’attuale Commissario all’agricoltura, l’irlandese Phil Hogan. Nell’ultimo incontro del Gruppo di Dialogo Civile Qualità di febbraio, i rappresentanti del Copa Cogeca hanno espresso alla Commissione il loro disappunto sull’insistenza a voler riformare settori che da pochissimo tempo sono stati già riformati:  nel 2012 con il Reg. Ue n.1151 sulle Dop, Igp e sistemi di qualità, nel 2013 con il Reg. Ue n.1308 per il vino e nel 2014 con il Reg. Ue n. 251 per i vini aromatizzati.

I rappresentanti dei produttori europei, infatti, sono preoccupati che l’intento della Commissione sia un accorpamento puramente normativo, che possa tradursi in una minore protezione per le Indicazioni di Origine (Ig). Per la maggior parte delle delegazioni nazionali le principali questioni riguardano invece la semplificazione degli adempimenti burocratici, la valorizzazione delle caratteristiche specifiche dei vari settori, il consolidamento delle Ig, il miglioramento della comunicazione del valore aggiunto delle denominazioni di origine e la protezione del territorio, della storia, delle tradizioni e della cultura, che sono i valori portanti dei questi prodotti.

Coldiretti ritiene una semplificazione della politica di qualità europea possa essere positiva a patto che non prescinda da questi valori, esalti le peculiarità dei settori coinvolti e garantisca la tutela e la trasparenza dell’origine della materia prima. Altri due aspetti importanti che attengono al dibattito sulla qualità riguardano le Ig non agricole e la revisione del regolamento  207/2009 sui marchi comunitari.

Il primo punto concerne la possibile estensione del sistema europeo di protezione delle indicazioni geografiche ai prodotti non agricoli, su cui la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica, che è avvenuta da luglio ad ottobre del 2014. Come per i prodotti alimentari, l’indicazione geografica potrebbe costituire una tutela di imprese artigianali tradizionali contro la falsificazione e la delocalizzazione, con ricadute positive in termini di preservazione del patrimonio artistico e culturale delle zone interessate, un incentivo all’aumento delle produzioni locali e dei relativi addetti e una difesa per gli stessi consumatori, che potrebbero usufruire di una maggiore trasparenza per individuare l’autenticità dei prodotti attraverso un marchio europeo (come quello delle Dop/Igp). Anche il Copa Cogeca si è espresso in senso favorevole, a patto che sia salvaguardata l’origine e la provenienza delle materie prime.

Il secondo punto riguarda la Revisione del regolamento 207/2009 sul marchio comunitario: la Commissione ha annunciato che, nelle ipotesi di  revisione,  sono previste modifiche  per rafforzare la tutela delle Indicazioni geografiche ed una loro armonizzazione con alcune norme previste per i  marchi commerciali. In particolare, la Commissione pensa ad una gestione delle Ig attraverso l’Uami, l’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno con sede ad Alicante in Spagna, che si occupa, sotto la supervisione dell’Ue, di tutto ciò che riguarda le procedure di esame, registrazione, nullità di marchi comunitari e disegni e modelli comunitari registrati.

Si tratta di un aspetto molto delicato e per molti versi preoccupante, ad esempio per quanto riguarda i finanziamenti, i costi da pagare per la registrazione all’ufficio di Alicante di Dop/Igp, nonché sulle competenze e sinergie tra il sistema dell’Unione e quello degli Stati membri, tutti aspetti ancora da chiarire.

                                                                                                                                                                                                              

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