Sicurezza alimentare: ammesse le confezioni da materiali riciclati
La Commissione Europea ha adottato un nuovo regolamento (282/2008) che permette di usare materiali riciclati per le confezioni alimentari; questa norma rappresenta una misura di implementazione della direttiva Ue del 2002 circa i materiali di contatto dei cibi (2002/72 EC). Si tratta di una novità rilevante sui mercati interni degli Stati membri: fino ad oggi si registrava nell’Unione una varietà di posizioni assai diversificate in materia, con un vero e proprio bando in Italia e Spagna. Quando potrà essere utilizzato un materiale riciclato come confezione alimentare? L’iter prevede una procedura con valutazione da parte della Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha un gruppo di lavoro espressamente dedicato ai materiali di contatto. L’industria plastica dovrà quindi dimostrare che il sistema di riciclaggio elimina eventuali agenti chimici indesiderati in modo efficace, o li riduce quantomeno a livelli accettabili per la salute dei consumatori. Non è previsto dal regolamento alcun sistema di riciclaggio chimico della plastica, ma solo il riciclaggio meccanico (la confezione originale è sminuzzata in piccole parti e ricostruita secondo le nuove specifiche). Una volta che l’Agenzia avrà espresso il suo parere (entro sei mesi), tocca poi alla Commissione Europea concedere o meno il via libera, assistita dal Comitato Permanente per la Catena Alimentare. L’Efsa, inoltre, è tenuta a pubblicare linee guida per un corretto riciclaggio. Procedure semplificate di autorizzazione sono previste in caso di sistemi logistici in cui possa essere esclusa ogni forma di contaminazione, come nel caso di cibi asciutti e non trasformati quali frutta e verdura. L’etichettatura delle confezioni in plastica indicanti la dicitura “riciclata” sarà volontaria, ma se il produttore desidera farlo, dovrà rispettare la normativa EN ISO 14021, relativa proprio agli standard europei di etichettatura della plastica riciclata. |