il Punto Coldiretti

Sicurezza alimentare, occorre potenziare il sistema dei controlli

Il Cese (Comitato economico e sociale europeo) ha recentemente pubblicato un documento che riporta l’attenzione su aspetti centrali della sicurezza alimentare nell’Ue, nel quale si sottolinea l’attuale mancanza di coerenza tra una legislazione comunitaria – efficace e poco permissiva – e la sua realizzazione concreta. Il sistema dei controlli, rileva il Comitato, dovrebbe essere rivisto e integrato su base europea e, possibilmente, rafforzato. Oggi infatti i cittadini Ue non hanno lo stesso diritto di accesso alla sicurezza alimentare che, sebbene garantita sulla carta, viene poi invalidata da controlli carenti. Ma è la stessa governance della sicurezza alimentare che viene messa in dubbio, con un attacco all’Agenzia Europea, “colpevole” di interessarsi solo al rischio sanitario e non alle conseguenza sociali, economiche e di impatto delle proprie decisioni.

Il parere tiene in considerazione una serie di fattori, come la legislazione alimentare comunitaria (improntata ad obiettivi di protezione della salute dei consumatori, al benessere animale ed alla salute vegetale), gli scambi commerciali a livello mondiale (che richiedono un’intensificazione dei controlli e il superamento delle discrasie con le diverse legislazioni nazionali), l’effetto di distorsione nella concorrenza tra Paesi che adottano standard sanitari più rigidi (o procedure di controllo più severe) rispetto a quelli che non li adottano.

Analizzati tutti questi aspetti,  il Cese ha concluso che è necessario garantire il diritto dei cittadini alla sicurezza alimentare e che risulta inaccettabile la disparità del trattamento degli Stati nazionali nel garantire accurati controlli e la sicurezza alimentare stessa.

Secondo il Comitato, è l’Efsa a doversi occupare di tali aspetti, in modo armonizzato; allo stesso modo, dal momento che molte decisioni di valutazione del rischio riguardano aspetti economici e accettabilità sociale, tutte le valutazioni dovrebbero essere condotte in modo rigoroso e indipendente rispetto a quelle di tipo più strettamente sanitario. E anche in questo caso  dovrebbe essere l’Efsa a farsene carico.

Il Cese ha richiamato poi l’attenzione sui diritti dei cittadini europei, che in nessun modo possono essere contrapposti o venire messi in secondo piano rispetto agli interessi dei consumatori: una svolta sostanziale rispetto alle politiche mercatiste della Commissione. Riflessi importanti si hanno anche in considerazione della rappresentatività di gruppi come le associazioni dei consumatori, ad oggi probabilmente sovrastimata.

Infine, va ricordato che lo scorso anno in sede Copa Cogeca era stata avanzata la proposta di istituire un’Agenzia speculare a quella di Parma che si occupasse nello specifico di aspetti sociali ed economici. Coldiretti si era opposta, sostenendo la necessità di integrare tali funzioni nell’Efsa, come il Cese ha in quest’occasione ribadito.

L’Efsa potrebbe d’ora in avanti non solo di approvare la sicurezza di prodotti per fini commerciali, ma cominciare realmente ad occuparsi anche dei controlli alle importazioni, quindi della sicurezza alimentare reale, con  la volontà di lavorare per obiettivi di valutazione del rischio che hanno a che fare con aspetti economici, sociali e non solo sanitari; in un impegno complessivo per rendere l’Agenzia Europea più responsabile verso i cittadini europei.

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