Spunta il conflitto d’interessi per gli scienziati dell’Efsa
Dopo il caso dello zucchero, si ripropone il problema del conflitto di interessi degli scienziati che lavorano per l’Agenzia alimentare europea, spesso impegnati nel duplice ruolo – per usare una metafora sportiva – di arbitri e giocatori. Al centro della discussione, la Dichiarazione di Interessi, che dovrebbe rendere noto chi percepisce denaro da quali organizzazioni, oltre che dall’Efsa stessa. Il documento è stato aggiornato in ritardo, e solo dopo che le inchieste della stampa internazionale si sono infittite sui potenziali conflitti di interesse di un membro scientifico. Lo scienziato – membro del Gruppo di studio sulla Nutrizione e sull’approvazione delle indicazioni sulla salute (che figurano su prodotti e pubblicità) – avrebbe preso parte a ben 3 studi sponsorizzati da un noto gigante lattiero-caseario. Ora si è quindi nella spiacevole situazione in cui controllore e controllato si sovrappongono, certamente evitabile e di scarsa garanzia per i consumatori. Coldiretti ha chiesto da tempo norme più severe e aspetti disciplinari più rigidi per garantire l’autenticità delle Dichiarazioni di interesse. Non solo: anche l’accettazione di incarichi esterni dovrebbe essere limitato da una precisa politica interna (ad esempio, numero massimo di incarichi, esclusione temporanea come valutatore per prodotti in cui c’è conflitto di interesse) considerando se non altro il costo degli scienziati per le tasche dei cittadini europei e il loro essere al servizio prioritario del bene pubblico. La dichiarazione insomma, non è uno strumento sufficiente per svolgere un servizio di così grande impatto sulla sicurezza alimentare dell’Ue. |