Troppi residui di Carbendazim, dagli Usa stop al succo d’arancia brasiliano
Gli Stati Uniti hanno deciso di non importare più succo di frutta concentrato dal Brasile, che rappresenta circa il 10% dei succhi commercializzati nei supermarket americani. Una scelta maturata in seguito al rifiuto da parte della Food and Drug Administration (Fda) di trovare un compromesso sulle quantità di residuo di carbendazim, dopo che le associazioni dei produttori brasiliani ne avevano richiesto un innalzamento del livello di tolleranza a 60 parti per miliardo (ppb). L’utilizzo del Carbendazim (un noto fungicida) sugli agrumi è vietato negli Stati Uniti e in Europa e, sebbene l’Enviromental Protection Agency abbia dichiarato come una concetrazione inferiore agli 80 ppb non sia da ritenersi pericolosa per la salute, la Fda è stata intransigente, ritenendo inammissibile superare quota 10 ppb. Una vicenda che potrebbe avere conseguenze anche sul mercato europeo, verso il quale potrebbero ora aumentare le esportazioni brasiliane. Il vecchio continente è, tra l’altro, già il primo importatore di succhi americani. Circa l’80% del succo di arancia concentrato che viene consumato in Europa proviene proprio dal Brasile e dagli Stati Uniti, esportato in forma liofilizzata e successivamente addizionato con acqua una volta giunto nel luogo di destinazione. Dinanzi a una simile situazione, il consiglio della Coldiretti è di bere solo spremuta fresche o mangiare solamente arance di origine italiana perché come tutti i prodotti agricoli italiani garantiscono i più alti standard di qualità e sicurezza alimentare essendo coltivate attenendosi scrupolosamente alla legislazione europea, assai rigorosa in materia di fitofarmaci. Senza dimenticare che il Ministero della Salute italiano ha il più efficiente sistema di monitoraggio dei residui antiparassitari sugli alimenti d’Europa. |