il Punto Coldiretti

Ue, presto ufficiale l’elenco delle indicazioni nutrizionali e salutistiche ammesse

In base al regolamento Ue n. 1924/2006, entro i primi mesi del 2012 i produttori dovranno utilizzare in etichetta e per le pubblicità solo diciture o scritte nutrizionali e salutistiche sulle quali ci sia un consenso scientifico del più alto grado, come certificato dalla Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa). Fino ad oggi, il dubbio derivava dalla presenza di un parere dell’Efsa, che non aveva però un’adeguata ricezione legislativa da parte della Commissione Europea.

La cosiddetta “lista unica” delle indicazioni nutrizionali e salutistiche ammesse per i produttori agroalimentari all’interno della Unione, che recepirà formalmente i pareri dell’Efsa, sembra essere in via di definizione: la Commissione Europea ha appena licenziato una bozza del nuovo regolamento che la contiene. Stando alle primissime indiscrezioni, il regolamento sarà pubblicato nel primo quadrimestre del 2012, con una lista completa sia di tutte le indicazioni di nutrizione/salute ammesse, sia di quelle rigettate. In questo modo, dopo 6 mesi dalla pubblicazione del regolamento, tutte le indicazioni rigettate scientificamente saranno proibite da un punto di vista legislativo.

Finisce così un percorso poco chiaro che ha creato tanta incertezza sulla reale portata del parere dell’Efsa anche da un punto di vista normativo. In Italia, ad esempio, l’Antitrust si è spesso basata in passato su pareri Efsa, che tuttavia non costituivano per loro stessa natura un fondamento giuridico. La Commissione Europea doveva recepire e rendere valide le opinioni di Efsa, traducendole in atti legalmente impugnabili.

In base alla bozza del nuovo regolamento, questo aspetto sembra tanto più vero quanto più ci si accorge che l’Unione non si è limitata a notificare semplicemente – semplicemente trascrivendoli – i pareri dell’fsa, ma in un paio di occasioni è andata addirittura contro il parere della Agenzia di Parma, bocciando due indicazioni considerate scientificamente fondate.

I casi riguardavano il sale (nel suo ruolo di facilitatore del funzionamento muscolare) e i grassi (nella funzione di facilitare l’assorbimento di vitamine liposolubili): la Commissione avrebbe rigettato il parere favorevole dell’Efsa perché sia i grassi che il sale rappresentano due priorità nella strategia europea di lotta contro la cattiva alimentazione ed esistono già molti messaggi di autorità sanitarie nazionali che cercano di diminuire il consumo di entrambi, ad esempio fissando obiettivi di consumo al ribasso. Dare un parere positivo a indicazioni salutistiche su sale e grassi sarebbe quindi stato fuorviante per i consumatori e fonte di possibile confusione, da qui la decisione della Commissione Europea.

Rimane ora da capire come si orienterà l’Antitrust italiano, che in passato è stato molto rigido nel respingere indicazioni sulla salute e basandosi solo sul parere dell’Efsa.  Infatti viene chiarita in via definitiva la non coincidenza tra “scientificamente fondato” e “legalmente vincolante”, mentre l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato aveva considerato l’Efsa come fondamento giurisprudenziale in materia di veridicità o ingannevolezza dei messaggi ai consumatori. Da oggi non dovrebbe essere più così.

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