Un giudice di pace contro lo strapotere della distribuzione
Cresce in Europa il consenso per l’ipotesi di far regolare al giudice di pace il potere dei grandi gruppi retail (il commercio al dettaglio); dopo il Regno Unito, anche la Germania sta considerando un intervento in tal senso: in parlamento al Comitato sul Cibo, Agricoltura e Protezione dei Consumatori è stata proposta la figura del giudice di pace (ombudsman). I principali nomi delle catene tedesche di GDO, che controllano il 90% del mercato interno, si sono trovate quest’anno al centro di una inchiesta per un presunto monopolio sula determinazione dei prezzi di caffè, cibo per animali, e caramelle. Il German Federal Cartel Office ha poi allargato la propria indagine su birra, spezie e ingredienti per prodotti da forno, come ha riportato il quotidiano Handelsblatt . Secondo le testimonianze dei rappresentanti dei produttori, pratiche illegali di mercato sono frequenti in Germania, ma rimangono sconosciute perché i produttori rischiano di subire pesanti rappresaglie. Tra le richieste illecite più recenti, quella di contributi ai produttori per costruire magazzini, motivate con i vantaggi generali che ne deriverebbero. Quel che manca quindi non sarebbero tanto le regole, quanto la governance ed il rispetto delle regole stesse, in una condizione in cui nessuno parla per timore di essere tagliato fuori dal mercato. Per risolvere il problema è stato proposto di copiare il modello degli agricoltori dei paesi in via di sviluppo secondo il concetto FairTrade, dove un ombudsman riceve in via anonima le lamentele. Franz-Josef Mollenberg, dell’Unione Internazionale Food Agriculture, Leisure and Hospitality ha descritto la relazione tra catene supermarket e produttori come completamente sbilanciata. "Siamo ad un bivio per decidere se vogliamo che le persone possano comprare alimenti di qualità", ha dichiarato. Infatti nella competizione delle grandi catene di supermercati per aumentare la propria quota di mercato, la fornitura e i costi produttivi diventano i fattori centrali della possibilità di avere maggiori margini di guadagno e di rimanere sul mercato. Questo spinge le industrie a cercare ingredienti più economici e di più bassa qualità, ma anche a trattare peggio i propri lavoratori, come ha riferito Marita Wiggerthale, esperta di agricoltura per Oxfam Germania. |
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