il Punto Coldiretti

Allarme della Commissione Ue: la guerra in Ucraina minaccia la sicurezza alimentare

La guerra in Ucraina  continua a rappresentare una grave minaccia per la sicurezza alimentare. Lo afferma l’analisi della Commissione europea sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli della Ue. pubblicata il 7 luglio.  Che lancia anche l’allarme sui rischi che le difficoltà economiche possano possano spostare le scelte alimentari dei consumatori verso cibi di minore qualità. Un pericolo che da tempo la Coldiretti sta evidenziando e che ha spinto l’organizzazione agricola a chiedere controlli più stringenti per evitare l’invasione di prodotti che non hanno gli stessi standard di qualità e sicurezza di quelli europei e italiani in particolare.

I prezzi alla produzione, secondo lo studio, continuano a essere sostenuti a causa dei costi energetici e delle incertezze legate al conflitto. Inoltre la siccità sta mettendo a rischio la produzione di cereali . La Commissione comunque rassicura: la disponibilità  di cibo non è a rischio. Ma l’ aumento dei costi, dall’elettricità ai trasporti, dai fertilizzanti ad altri input , sta mettendo sotto pressione i redditi degli agricoltori.

Il report ricorda che a marzo 2022 la Commissione ha annunciato un pacchetto di 500 milioni di euro per sostenere i produttori e su questa base, “gli Stati membri – spiega la nota- potrebbero fornire un ulteriore sostegno finanziario agli agricoltori per contribuire alla sicurezza alimentare globale o affrontare le perturbazioni del mercato dovute all’aumento dei costi di produzione o alle restrizioni commerciali”. Il report rileva anche che i rialzi delle materie prime continueranno a impattare sui prezzi al consumo. E da qui l’allarme lanciato da Bruxelles sui rischi che i consumatori possano modificare gli stili alimentari passando da prodotti di valore superiore a  quelli più economici. L’analisi delle singole produzioni evidenzia  che i prezzi dei cereali rimarranno alti e segnati da volatilità​.

Quanto alle stime i raccolti di cereali della Ue dovrebbero  raggiungere 286,4 milioni di tonnellate, il 2,5% in meno rispetto alla campagna  2021/2022. Mentre l’export è stimato in aumento del 14%. Il via libera della Commissione alla coltivazione di terreni incolti  comporterà nel 2022/2023  un aumento del 6%  delle superfici seminate a colture proteiche per 2,2 milioni di ettari. Con un impatto sull’export pari a +19%. In crescita anche le aree investite a girasole con un incremento del 7,8%  a quota 4,7 milioni di ettari. Prospettive favorevoli anche per l’olio di oliva che con un +11% punta su 2,3 milioni di tonnellate. Anche se mancanza di pioggia e siccità in Spagna e Italia potrebbero provocare una flessione della raccolta.

Per quanto riguarda la produzione di vino si prospetta un calo del 3% a 153 milioni di ettolitri che riporterebbe così la produzione ai livelli pre Covid.

Lo studio della Commissione conferma la situazione di criticità del settore zootecnico. Nonostante i prezzi dei prodotti lattiero caseari siano a livelli record i margini delle aziende restano ridotti per l’elevato costo dei fattori di produzione, soprattutto energia e mangimi. In flessione la produzione di carne bovina e di quella suina, mentre resterà stabile il pollame.

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