Corte dei Conti: nuova Pac ancora poco green, aiuti legati agli ettari non sostengono i redditi
La proposta di riforma della Politica agricola comune post 2020 della Commissione europea non convince la Corte dei Conti Ue che nel parere pubblicato il 7 novembre scorso accende i riflettori su alcune criticità. Per la Corte di Bruxelles molte delle opzioni strategiche sono simili all’attuale Pac, in particolare per quanto riguarda i pagamenti diretti che si confermano la parte più rilevante del bilancio e che sono ancora basati sul numero di ettari posseduti o utilizzati. Uno strumento che non consente né di centrare gli obiettivi ambientali, né di sostenere il reddito degli agricoltori. Sotto accusa anche la svolta green che secondo la Corte non è ancora sufficiente, mentre la stima del contributo Pac alla causa dei cambiamenti climatici viene definita nel documento non realistica. La Corte dei Conti europea coglie però anche alcuni aspetti positivi. A partire dalle nuove modalità di attuazione focalizzate sulle performance e non più sulla conformità alle norme. Qualche preoccupazione la desta invece la riduzione dei controlli e degli audit che dunque rischiano di perdere efficacia. Secondo la Corte una valutazione basata sulle performance non dovrebbe cancellare l’obbligo di controllare la legittimità e la regolarità. Il fatto che “solo una parte molto ridotta della spesa debba essere eseguita conformemente alle norme Ue potrebbe rendere queste ultime prive di significato e pregiudicare l’applicazione della normativa Ue”. |
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