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Corte dei Conti Ue: alla nuova Pac manca una visione di lungo termine

Più ambizione a livello ambientale e climatico e capacità di rispondere alle aspettative dei cittadini per quanto concerne la loro salute, l’ambiente e il clima: sono gli obiettivi  indicati dalla Commissione Ue per la nuova Politica agricola comune post 2020.

Tali concetti sono stati ribaditi la settimana scorsa dal commissario all’agricoltura Phil Hogan nel corso di un dibattito separato con i due colegislatori (Parlamento e Consiglio), sottolineando l’importanza di ottenere risultati sul fronte della sostenibilità ambientale e climatica, anche a difesa delle risorse di bilancio che saranno destinate alla Pac.

Però, la proposta della Commissione per una sinergia comune per tutti gli elementi della nuova architettura verde della Politica agricola, considerata importante per raggiungere un livello più alto di ambizione per gli agricoltori e l’ambiente, è stata recentemente criticata dalla Corte dei Conti Ue nel parere  pubblicato sulla Gazzetta ufficiale nei giorni scorsi nel quale si evidenzia la mancanza di una visione di lungo termine sui  cambiamenti climatici, tecnologici e demografici.

La Corte ritiene ben documentata la necessità di interventi Ue collegati ai cambiamenti climatici e all’ ambiente ma  giudica insufficienti  dati e argomentazioni relativi alle prospettive di reddito degli agricoltori e in grado di riconoscere un adeguato compenso per i maggiori sforzi richiesti.  La Commissione – ricorda ancora la relazione – si attende che il 40% del budget Pac sia finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas serra, ma ritiene “irrealistica la stima del contributo della Pac al conseguimento degli obiettivi relativi al cambiamento climatico”.

Il regolamento della Commissione propone di spendere almeno il 30%   del Feasr  per gli impegni destinati ad  ambiente e clima e almeno il 2% della dotazione Feaga al ricambio generazionale

Gli strumenti per  conseguire l’obiettivo di una Pac più verde ci sono e le decisioni  sugli interventi per finanziare i piani strategici  sono attribuite agli Stati membri , ma la Corte ritiene che non sia chiaro come la Commissione effettuerà le verifiche.

Un altro rilievo mosso all’impianto della nuova Pac è che si continua a  legare i pagamenti diretti sul numero degli ettari posseduti e così – questa la critica – non si affrontano in maniera appropriata le problematiche ambientali e climatiche e le garanzie di sostegno al reddito degli agricoltori.

La programmazione combinata delle misure oggi divise tra Feaga e Feasr in un unico piano strategico  viene giudicata positivamente anche se  restano i dubbi sulla effettiva semplificazione della Pac.

Un altro dato evidenziato è il passaggio dichiarato nella proposta della Commissione da un modello di erogazione basato sulla conformità  a  uno che invece tenga conto delle performance. Ma nella proposta – nota la Corte – non ci sono gli elementi che garantiscono un sistema efficace basato sulle performance. Appare dunque difficile  valutare i piani  strategici e il conseguimento degli obiettivi.

Un altro elemento di riflessioni sono le politiche per i giovani agricoltori. La Corte aveva raccomandato più focalizzazione per gli aiuti ai giovani. Secondo quanto prevede il regolamento della nuova Pac gli Stati potrebbero decidere di usare la maggior parte dell’importo per pagamenti diretti, mentre secondo Corte i fondi andrebbero indirizzati per aiutare a giovani a migliorare la sostenibilità e introdurre iniziative per il risparmio energetico e idrico, per l’agricoltura  biologica e l’insediamento in aree svantaggiate.

La proposta Pac, dunque ad avviso della Corte dei Conti europea, non dà risposte alla necessità di colmare il divario di investimenti nel settore agricolo né spinge al ricorso  gli strumenti finanziari.

 

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