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Pratiche sleali: primo bilancio sull’applicazione nella Ue

La Commissione europea ha tracciato un bilancio sullo stato  di applicazione della direttiva sulle pratiche sleali, adottata da Bruxelles ad aprile 2019 e che, secondo quanto stabilito, doveva essere notificata entro il 31 luglio 2021. Stando a quanto riferisce il rapporto, pubblicato il 27 ottobre, la maggior parte degli Stati ha superato il livello minimo di protezione per gli agricoltori e le imprese agroalimentari  ampliando così l’elenco delle pratiche messe al bando.

Quattordici Stati membri  hanno deciso di applicare le nuove regole lungo tutte le fasi  della catena di approvvigionamento. Alcuni hanno tenuto in considerazione  il livello di fatturato delle imprese.

La relazione ricorda che  la direttiva richiede di vietare una serie specifica di pratiche sleali, suddividendole in due gruppi: la “lista nera” che si applica ai divieti incondizionati e la “lista grigia” che sono pratiche vietate a meno che non siano chiaramente concordate in anticipo in un accordo tra il fornitore e l’acquirente.

Quanto all’altro cardine della normativa, e cioè la designazione di un’Authority, tutti hanno optato per autorità amministrative.

Il report  afferma che un quadro più completo  emergerà quando gli Stati presenteranno le loro notifiche e comunque una valutazione a livello Ue è fissata per la fine del 2025.

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