il Punto Coldiretti

Riforma Pac, l’Europarlamento dice no ai tagli

No alla rinazionalizzazione della Politica agricola comune, più strumenti per aiutare gli agricoltori a sostenere le crisi e per attrarre nuovi operatori, meno burocrazia, ma soprattutto una bocciatura netta ai tagli di bilancio e un invito a sostenere finanziamenti equi per  contrastare la scomparsa delle aziende agricole europee a conduzione familiare. Queste le linee guida per la prossima Riforma della Pac approvate il 30 maggio dal Parlamento Ue. Positiva la presa di posizione di Strasburgo che con questa risoluzione risponde alla comunicazione della Commissione sul futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione tenendo conto che la nuova Politica agricola dovrà essere approvata da Parlamento e Consiglio con la procedura della co-decisione.

Gli europarlamentari sono favorevoli a una maggiore flessibilità che non si traduca però in una rinazionalizzazione della Pac che “deve basarsi su una serie comune di obiettivi, norme, strumenti e controlli”. Tra le priorità il sostegno alle aziende agricole perché continuino a produrre alimenti sicuri e di qualità a prezzi accessibili e con garanzie  sempre maggiori di sostenibilità ambientale  e di integrazione nell’economia circolare.

Il Parlamento Ue chiede che i pagamenti diretti continuino a essere finanziati  dal bilancio europeo, che si escludano i settori più sensibili dai negoziati commerciali e che si assicuri più sostegno ai giovani e agli agricoltori colpiti dalla volatilità dei redditi e dei prezzi. E, ancora, metodi più efficaci per garantire che i contributi siano destinati agli agricoltori, un sistema che elimini gradualmente i criteri storici nel calcolo dei pagamenti diretti e meno denaro per le aziende più grandi.

Nel dettaglio il documento approvato prevede un sufficiente finanziamento della Pac che significa mantenere il budget al livello attuale in prezzi costanti;  un nuovo metodo Ue per calcolare i pagamenti diretti per eliminare gradualmente i criteri di sostegno storici con criteri flessibili per tenere conto della capacità di un’azienda agricola di fornire occupazione stabile che mantiene le persone nei territori rurali;  una più equa distribuzione dei fondi tra gli stati membri, considerando  lavoro impiegato, costi di produzione, potere d’acquisto, un sostegno accoppiato volontario,  per mantenere la diversità dell’Unione in termini di produzione agricola, occupazione agricola e sistemi di produzione sostenibili, più sostegno a giovani e nuovi agricoltori, anche attraverso l’obbligo per gli Stati membri di offrire misure cofinanziate dall’Ue per aiutare i nuovi entranti a costituirsi e gli strumenti finanziari per facilitare il loro accesso al capitale; strumenti per affrontare meglio le crisi, agevolando l’accesso agli strumenti di gestione del rischio e di stabilizzazione e migliorando la lotta alle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare; un meccanismo di riserva di crisi in un vero fondo indipendente e il mantenimento delle disposizioni esistenti del cosiddetto regolamento Omnibus che consentono agli agricoltori di negoziare collettivamente i contratti di vendita.

Inoltre, i deputati chiedono iniziative chiare e trasparenti per le filiere corte e sostenere regimi di produzione alimentare di qualità, che potrebbero essere conseguiti tra l’altro attraverso programmi europei di etichettatura dell’origine.

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